di Franco Autiero
con Gina Perna
e Fulvio Di Nocera, contrabbasso elettrico
adattamento e regia Tonino Di Ronza
Recuperando la primitiva idea del monologo, che nel pensiero dell’autore non sono altro che angolazioni della stessa mente pensante, la messa in scena vive attraverso l’unica protagonista: la paranoia ossessiva volta alla schizofrenia causata dalla sua misera esistenza vissuta nel suo angusto e claustrofobico territorio del condominio. Gabbia e prigione, lo spazio buio e nero di Amelia-Amalia, anticipatrice di luttuosi presagi, dove il filo conduttore delle storie che si intrecciano “vivono” nelle immaginarie polveri vaganti velenose che danneggiano e innervosiscono, restituiscono al personaggio colore ed espressività. Ma tutto questo non si saprà mai, lasciando al pubblico le amare considerazioni di una esistenza vuota e priva di riferimenti e di speranze.
Il lavoro sul testo prodotto da Gina Perna elabora i vari personaggi esaltandone i caratteri con calibrata interpretazione. Lei stessa aggiunge, che nell’affrontare il testo riscopre nuove forme interpretative utili all’attore a ricercare percorsi alternativi alla convenzione, ponendosi con rigore di fronte ad un testo complesso nella costruzione drammaturgica e dialettale.
Le musiche, eseguite da Fulvio Di Nocera, che sostengono la drammaturgia, si innestano nel brano “Aprite le finestre” interpretato da Franca Raimondi, come preludio alla vicenda trasformandosi in una metamorfosi compositiva dissonante e sottolineando l’inquietudine e le emozioni scaturite dal personaggio. L’aspetto tecnico delle composizioni si avvalgono dell’utilizzo di effetti di ritardo, come il delay, valorizzando il dualismo di Amalia-Amelia.