drammaturgia Giuliano Longone
con Lello Serao e Alessia Sirano
regia Lello Serao
Il Labirinto è liberamente ispirato al romanzo dello scrittore americano Daniel Keyes Fiori per Algernon, scritto nel 1966, un classico della letteratura in lingua inglese del XX secolo.
Lo spettacolo narra la storia di Charlie Gordon, un ritardato mentale che diventa la prima cavia umana dell’operazione ideata dai professori Nemur e Strauss che con lo stesso esperimento hanno già triplicato l’intelligenza di un topo di nome Algernon.
Charlie, dopo l’operazione, diventa un genio riuscendo a superare per intelligenza e conoscenza anche i più grandi professori universitari e persino i professori che l’hanno operato, ma questo gli farà fare una drammatica scoperta sul proprio destino e su quello del topo Algernon.
La storia è narrata in prima persona da Charlie nei suoi diari. I primi resoconti sono pieni di errori di grammatica ed esprimono una visione del mondo molto ingenua e infantile. La grammatica e la comprensione del mondo di Charlie migliorano di pari passo in una parabola che è poi la trama stessa della drammaturgia.
Ma l’improvviso accrescimento della sua intelligenza fa scoprire a Charlie anche la vera natura del mondo che lo ha circondato e che prima viveva inconsapevolmente: un padre rassegnato e una madre violenta e ossessionata dalla “diversità” di suo figlio.
Argomento centrale del lavoro è il ruolo dell’intelligenza nei rapporti tra le persone, e gli ostacoli alla comunicazione incontrati da chi ha un intelletto fuori dal comune: il genio allontana dagli altri quanto l’idiozia, e non è detto che la seconda opzione sia la peggiore.
Mentre studia il regresso di Algernon, Charlie si accorge che, grazie alla sua cultura enciclopedica, è capace di fare collegamenti con tutti i campi della conoscenza, e questo lo aiuterà enormemente nella sua ricerca e nei suoi studi sull’effetto dell’esperimento “Algernon-Gordon”.
(Giuliano Longone)