testo e regia di Manlio Santanelli
con Federica Aiello
La nuova edizione de “La solitudine si deve fuggire” mi vede non solo nella veste di autore ma anche in quella di regista. A questo proposito, ho inteso evidenziare quegli aspetti del testo che me ne fornivano l’occasione, dando loro un carattere che si discostava dal realismo della prima edizione, per assumerne uno decisamente onirico. L’innesto, poi, di svariati stacchi musicali, anche essi prima assenti, contribuisce ad esaltare ancora di più la distanza tra i sentimenti e le aspirazioni della protagonista e la realtà in cui la vita la costringe a vivere. Ne sortisce un senso di schiacciante solitudine, che trova un sollievo soltanto nell’ironia serpeggiante in tutta la vicenda.