Lingua Sonora
Concerto di suoni napoletani sui testi della tradizione linguistica dal ’400 al ’700
con Enzo Salomone, voce recitante
Ciro Longobardi, pianoforte preparato
Spesso interroghiamo il passato per capire il presente e divinare il futuro. Impresa ardua e dall’esito incerto. Crediamo però che la “tradizione” vada osservata spoglia dalle “convenzioni” di cui il tempo e l’uso l’hanno avvolta.
Consapevoli dell’importanza del patrimonio culturale di una lingua “espressionista” e “sonora” non ci sottraiamo dal fare i conti con la nostra cultura natale, evitando però la “cartolina” a cui viene ridotta dalla routine e scegliendo di procedere a ritroso nel passato, oltre il ’700, fino ai progenitori dei Petito, Scarpetta, Di Giacomo, Russo, Eduardo, Viviani, autori fin troppo saccheggiati. E allora si riapre lo scrigno di quel ricchissimo patrimonio linguistico dimenticato, antico e lessicalmente meno maneggevole di quello consegnato dall’Otto-Novecento, che ha però l’innegabile merito di aver accreditato per oltre tre secoli il napoletano a dignità di lingua. Patrimonio rappresentato da una leva di letterati – Velardiniello, Basile, Cortese, Sgruttendio, Perrucci, Oliva, per nominarne solo alcuni – che, per splendore del lessico, ricchezza delle metafore, ingegnosità dell’ordito e sonorità allitteranti della parola, hanno indicato una grammatica originalissima del narrare all’intero continente moderno.
Missione di Lingua Sonora è proprio quella di far risuonare questa lingua. Naturalmente il tempo ha reso quei suoni, ancorché vagamente materni, in parte desueti; e mentre il lettore domestico può agevolmente procedere per pause, riletture e ricerche lessicali, l’ascoltatore dal vivo deve essere aiutato nella comprensione immediata del testo. Ci sentiamo quindi doppiamente responsabilizzati nella ricerca di una sintassi espressiva attuale ma soprattutto la più possibile chiara, in funzione della quale si prevede anche la proiezione su di uno schermo dei testi in traduzione italiana in sincrono con la parola letta.
La performance è il frutto della ultradecennale collaborazione tra un attore dedicato da tempo al rapporto tra la parola e la musica con un pianista specialista di sonorità contemporanee, aiutato in tal senso dallo sconfinato repertorio musicale napoletano. La musica dei Leo, Matteis, Durante, Stella ed altri, saranno riproposte con l’aiuto di uno strumento contemporaneo, il pianoforte preparato, capace di evocare sonorità antiche e moderne, la dolcezza del liuto, l’argento del clavicembalo, il legno e il metallo delle percussioni.
Con l’uso dei materiali più disparati il pianoforte allargherà la sua tavolozza timbrica, fino a mimare i suoni lunghi e tenui di sintetizzatori grazie all’utilizzo di archi magnetici. Cercheremo così di far rivivere l’antichità linguistica e musicale partenopea, chiamando in causa vista e udito dell’ascoltatore, in un rapporto sinergico tra senso e suono, assumendo a viatico espressivo dell’operazione due illustri raccomandazioni: “Tradizione non è mitizzare la cenere ma conservare la fiamma” – Gustav Mahler; “Chi comanda al racconto non è la voce: è l’orecchio” – Italo Calvino.
Enzo Salomone e Ciro Longobardi)